politiche per l’emersione in europa

 

Domenico Barile

 

I. La SEO e la problematica dell’economia non regolare.

 

Il processo di unificazione economica, politica e sociale che i paesi dell’UE stanno attuando evidenzia come, nel rispetto delle specificità nazionali, alcune problematiche siano “trasversali”. Ciò non è un caso: le nazioni che costituiscono l’Unione hanno compiuto un cammino storico similare, hanno dato vita a modelli di sviluppo più o meno omogenei e tutte, senza alcuna esclusione, si trovano ora a dover fronteggiare gli effetti della transizione verso nuovi paradigmi produttivi e culturali.

L’Unione Europea rappresenta la possibilità di affrontare le problematiche comuni con un immenso potenziale di risorse e capacità provenienti dall’operare congiunto e coordinato dei paesi membri.

 

In tale ottica, riguardo al problema “occupazione”, sentito a Berlino come ad Atene, dopo gli inizi stentati nel definire un Piano comunitario che ne attenuasse le gravose conseguenze sul tessuto sociale ed economico degli Stati interni alla Comunità, l’Unione ha finalmente delineato la propria linea d’azione addivenendo ad una STRATEGIA EUROPEA dell’OCCUPAZIONE (SEO) che si concretizza nei, cosiddetti, “4 pilastri”: imprenditorialità, occupabilità, adattabilità, pari opportunità.

 

L’Italia, in seno al dibattito comunitario, ha sollevato un’ulteriore problematica, che può essere considerata come un mainstreaming trasversale ai “pilastri” appena citati:

la lotta alla economia  non regolare o “sommersa”.

 

È facile intuire quale rapporto di proporzionalità inversa esista tra saggio di occupazione (regolare) e il numero di lavoratori irregolari, ma l’obiettivo delle politiche a favore dell’occupazione in Europa, non deve essere la semplice riduzione del tasso di disoccupazione in strictu sensu;  piuttosto, l’AUMENTO del numero dei cittadini che con il proprio lavoro partecipano alla costituzione della ricchezza nazionale e comunitaria. La lotta a favore della regolarizzazione del mercato del lavoro e, più in generale, di tutte le attività produttive, significa, soprattutto, garantire al cittadino, l’accesso ad un più generalizzato sistema di “diritti di cittadinanza”.

 

II. L’esperienza italiana: legami tra “emersione” e sviluppo locale.

L’evoluzione delle politiche pro emersione in Italia segue l’andamento del dibattito sul lavoro irregolare: in un primo momento il problema è stato del tutto trascurato (o tollerato), in seguito le politiche si sono concentrate solo sull’elaborazione di strumenti fiscali agevolativi.

In questa fase, in particolare, si è avuta l’esperienza dei “contratti di riallineamento” che individuavano come causa principale del “sommerso” la scarsità di mezzi a disposizione per le aziende e che quindi agivano in favore delle aziende operanti nelle regioni svantaggiate del Paese.

 

La volontà di afforntare il problema dell’emersione direttamente ed a scala nazionale tenendo conto delle sue manifestazioni a seconda dei suoi ambiti territoriali, si è tradotta, nel 1998, nella creazione del COMITATO NAZIONALE PER L’EMERSIONE DEL LAVORO NON REGOLARE, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri alla scopo di “… studiare, monitorare e coordinare le iniziative per l’emersione” (art. 78 L. 448/98), articolato territorialmente attraverso Commissioni regionali e provinciali e Tutors d’”emersione”.

 

L’avvento del Governo Berlusconi ha segnato un punto di svolta nell’attuazione delle politiche pro “emersione”. Il Governo ha, infatti, dato vita ad una vera e propria “campagna” a favore della regolarizzazione dei rapporti di lavoro, tramite la definizione di una legge (la 383 del 2001) che al contrario dei “contratti di riallineamento” è stata rivolta a tutto il territorio nazionale e che, in particolare, individuava nella eccessiva pressione fiscale, la causa scatenante delle irregolarità.

I risultati della Legge, di molto inferiori alle aspettative, hanno confermato la difficile riuscita di una politica che affronti la problematica del lavoro non regolare “frontalmente” e “dall’alto”.

 

A livello centrale si è definitivamente riconosciuta l’utilità del Comitato Nazionale e della rete di Commissioni regionali e provinciali per l’emersione che coprono ormai tutto il territorio nazionale italiano; soprattutto si è riconosciuta la bontà della logica perseguita dal Comitato che, già da alcuni anni, porta avanti l’idea che dal sommerso si può uscire solo realizzando uno sviluppo locale duraturo (o, se si preferisce, “sostenibile”).

Il binomio “emersione – sviluppo locale” è l’output di una Teoria di politica economica innovativa che intende combattere il ritardo di sviluppo del meridione (e di alcune altre parti del Paese) attraverso una tattica di “accerchiamento” nella quale ad uno Stato amico (ma che non si lascia imbrogliare, come dice il prof. Luca Meldolesi, studioso e presidente del Comitato Nazionale), impegnato dal centro, si accompagni l’operato delle Commissioni e dei tutori d’emersione che vanno a rappresentare ciò che gli americani chiamano “street level government”.

 

III. L’esperienza regionale: il caso della Calabria.

 

La lotta al sommerso è stata dunque condotta in Italia, a partire dal 1998, adottando la soluzione del “doppio binario”. Il doppio binario ha interessato il contrasto al sommerso nel metodo e nel merito. Nel metodo, gli organi tradizionalmente preposti alla vigilanza, fiscale e contributiva, in ottemperanza alla legge 383, hanno adottato il metodo dell’induzione all’emersione, dell’accesso cosiddetto breve, finalizzato ad evitare la sanzione e favorire la regolarizzazione;  nel merito, le politiche storiche di  vigilanza e controllo sono state integrate da politiche attive di sviluppo tarate sulle specificità dei territori.

 

In Italia, e in Calabria, i protagonisti dell’implementazione delle politiche per l’emersione del lavoro e dell’economia irregolare o, più correntemente, con una crasi, per  l’emersione dello sviluppo locale, sono la Commissione regionale per l’emersione del lavoro non regolare e la rete di Commissioni e tutori attivate dalla legge 448/98.

 

Per l’esecuzione di tali politiche, la Calabria si è dotata di uno strumento programmatico: il Progetto Emersione Calabria (PEC).

Il PEC rappresenta il quadro di riferimento delle azioni che si conducono nella Regione ai fini dell’emersione dello sviluppo.

 

Il PEC, in linea con le corrente linea nazionale in materia di emersione del lavoro e dell’economia irregolari,  ha come scopo quello di contribuire al superamento dello squilibrio tra offerta e domanda di sviluppo locale. E’ infatti nello squilibrio tra offerta e domanda di sviluppo locale che si annidano le ragioni, complesse, di una problematica complessa quale quella dell’irregolarità, di lavoro ed economia, con le riconosciute implicazioni trasversali di cui si è già detto.

 

Il progetto Emersione Calabria, avviato nell’anno 2002, agisce in maniera integrata. Integrate sono le linee di intervento del PEC. Integrati sono gli strumenti e le soluzioni adottati, le risorse umane e finanziarie.

 

 Le linee operative integrate  di intervento sono :

§       l’Animazione e la comunicazione, per diffondere la cultura della regolarità e dello sviluppo locale;

§       la Ricerca e l’analisi, per conoscere le cause, le manifestazioni, la  densità del problema,

§       le politiche di sviluppo, per approntare interventi coerenti ed efficaci,

Il Progetto Emersione Calabria ha attivato canali di finanziamento nazionali, del Ministero del Lavoro e dell’Università in particolare; ha programmato su Fondi Strutturali, il Fondo Sociale in particolare,  resi disponibili attraverso il Programma Operativo Regionale; ha attivato partnership con l’Ente Regione Calabria e il Lee Jacocca Institute, per la realizzazione di un centro di formazione per  manager e agenti di sviluppo; coopera con le Università e prevede il sostegno all’Impresa.

 

Ma soprattutto il PEC, attraverso quanti collaborano all’implementazione del Progetto, guarda al territorio, alle sue specifiche potenzialità e criticità; non applica asetticamente soluzioni preconfezionate, tiene conto di fattori oggettivi e valori o disvalori culturali, ai fini dell’efficacia di un processo che, se nel livello locale trova il proprio valore aggiunto, guarda al progresso e alla coesione dell’Unione.

 

IV. Politiche a favore dell’Europa Mediterranea: possibili convergenze tra Grecia e Italia.

 

La costruzione della “Casa comune europea” deve, necessariamente, essere l’obiettivo primario delle donne e degli uomini della nostra generazione.

 

Ma l’Europa che verrà sarà tanto più forte, quanto meglio riuscirà a preservare, ed anzi esaltare, le specificità territoriali e perché no, culturali, che esistono in essa. È, però, importante che Paesi particolarmente affini, quali quelli che guardano sullo stesso Mare, sappiano rafforzare i propri rapporti, motivati dalle comuni esigenze nei confronti di una politica europea che punti VERAMENTE alla convergenza e alla coesione tra tutte le “regioni” d’Europa.

 

V. CONCLUSIONI.

 

Quest’intervento intende essere una testimonianza di quanto è accaduto e accade in Italia e in Calabria rispetto ad una problematica complessa come quella del “sommerso”. L’intervento ha lo scopo offrire spunti di riflessione su una questione finalmente riconosciuta come causa e possibile soluzione atta a concorrere allo sviluppo, all’occupazione ed alla definitiva affermazione di un sistema di valori “democratico”, portando alla coesione ed al generale progresso di tutta l’UE.

In conclusione. In maniera propositiva, l’intervento lancia alcune questioni da assumere ad oggetto di approfondimento:

 

1.      fiscalità differenziata

è di questi giorni la proposta (che viene, è bene sottolinearlo, dalla confindustria e da uno dei maggiori sindacati italiani) di prevedere un regime di fiscalità differenziata per le regioni d’europa che presentano particolare ritardo di sviluppo (Obiettivo 1), valutando la possibilità di concentrare particolarmente le risorse su quei territori che presentino un carattere sistemico della produzione potenzialmente in grado di favorire processi di regolarizzazione e definitiva emersione dei lavoratori e delle imprese (Si pensi, in proposito, alla riduzione generalizzata della pressione fiscale e contributiva sui salari più bassi già consigliata dall’UE; si pensi ai “contratti a costo zero” sperimentati dalla Spagna; all’esperienza belga, tedesca e francese della regolarizzazione del “lavoro accessorio” tramite buoni; alla certificazione dei servizi alla persona inaugurata dal Comune di Modena; alle misure del “Patto di Milano”; alla “certificazione etica” delle imprese; ai Centri per l’emersione e lo sviluppo locale del Comune di Napoli, ripresi dalle Regioni Puglia, Abruzzo e Sicilia; alla tendenza alla formazione di consorzi fidi e di consorzi di commercializzazione di piccole e piccolissime imprese “emergenti” che si sta espandendo nel Sud; alle micro scuole imprenditoriali collegate con gli Stati Uniti, ormai in “pole position” in Calabria, Campania e Puglia. Si pensi, ancora, all’utilizzo delle statistiche amministrative per esplorare il territorio; all’esperienza organizzativa a livello locale ecc.) (Riferimento D’Amato – PEZZOTTA).

 

2.      Osservatorio europeo emersione

Sarebbe auspicabile la formazione di un punto di riferimento centrale europeo sull’emersione che porti alla definizione di “linee guida” o “buone prassi” all’interno dell’UE.

 

3.      sussidiarietà attiva

sviluppare un’azione di sussidiarietà attiva che sorregga concretamente il livello locale nel perseguimento degli obiettivi di emersione condivisi che tengano conto della necessità di individuare obiettivi, ma anche procedure di attuazione, che tengano conto delle specificità locali (elaborazione di progetti di zona e di settore che, ove sia necessario, e sotto il controllo dell’UE, possano derogare alle prassi, direttive e leggi consolidate in modo da raggiungere gli obiettivi nel più breve tempo possibile).

 

4.      cooperazione Calabria/Grecia (proposta Giulia Ariani)

 

ΜΕΤΑΦΡΑΣΗ 1

 

ΘΕΜΑ: ΤΟ ΕΠΕΙΓΟΝ ΤΗΣ ΑΠΑΣΧΟΛΗΣΗΣ

ΕΙΣΗΓΗΤΗΣ: BARILE DOMENICO- Πρόεδρος των Ξενοδόχων

 

             Κυρίες και κύριοι,

             Σας ζητώ συγνώμη για την καθυστέρηση, είμαι πάρα πολύ χαρούμενος που του έγινε αυτή η πρόσκληση, γιατί μόλις χθες ανακάλυψα ότι υπάρχουν ιστορικοί δεσμοί με την Καλαβρία. Πριν προχωρήσω περαιτέρω, θα ήθελα να χαιρετίσω από την μεριά μου τον Κύριο Νομάρχη, και τους παραβρισκόμενους και εκπροσωπεί όχι μόνο ως Πρόεδρος της Επιτροπής για την Απασχόληση και την Κοινωνική Πολιτική της Περιφέρειας της Καλαβρίας, αλλά είναι και Πρόεδρος των Ιταλών Ξενοδόχων είναι δισυπόστατη η σημερινή συμμετοχή του στο συνέδριο.

            Σήμερα στην Ευρώπη, επειδή έχουμε την οικονομική ενοποίηση αυτής και με την διεύρυνση της έχουν δημιουργηθεί πάρα πολλά προβλήματα στον τομέα της απασχόλησης. Γι’ αυτό λοιπόν θα ήθελα να αναφέρω όλα αυτά τα παράλληλα προβλήματα τα οποία υπάρχουν στην Ε.Ε. δεν είναι ομοιογενή , ανάλογα βέβαια με την περιοχή, αν και οι δικοί μας χώροι είναι ομοιογενείς.

Αφού η Καλαβρία με τον Νομό Σερρών έχουν πολλά κοινά στοιχεία, και θέλει να μας πληροφορήσει τα προγράμματα της Ε.Ε. για να αντιμετωπίσει αυτούς τους προβληματισμούς για τα μέλη της.

            Μ’ αυτή την προοπτική για το πρόβλημα της απασχόλησης η οποία ακούσθηκε και στο Βερολίνο και στην Αθήνα , από την αρχή είχε γίνει προσπάθεια να εφαρμοσθεί ένα σχέδιο Ευρωπαϊκό με όλα τα μέλη, ώστε να λύσουμε αυτό το πρόβλημα, γι’ αυτό η Ε.Ε έχει δική της στρατηγική για την απασχόληση με τα αρχικά CEO η οποία συγκεντρώνεται σε 4 βασικά σημεία, 4 άξονες.

           Στην Επιχειρηματικότητα, στις θέσεις απασχόλησης, στη Δυναμικότητα δηλαδή να μην είναι κάτι το σταθερό, και στις ίσες ευκαιρίες. Στην Ιταλία υπάρχει ένας έντονος διάλογος , για την απασχόληση, και βασίζονται στους 4 βασικούς άξονες, και αποτελεί ένας σπουδαίος αγώνας κατά της παραοικονομίας και της «μαύρης εργασίας».

Είναι εύκολο να καταλάβουμε ότι έχουμε πάρα προβλήματα στη να απασχόληση ίσως γιατί υπάρχουν πάρα πολλοί παράνομοι οικονομικοί μετανάστες όπως και εδώ και ο στόχος είναι να αυξήσουμε μεν την απασχόληση στην Ε.Ε. αλλά να μειώσουμε το ποσοστό της ανεργίας, και να αποφύγουμε όσο το δυνατόν τα γεγονότα που σχετίζονται με τη λεγόμενη « μαύρη εργασία ».

         Γενικά, για να υπάρξει βελτίωση θα πρέπει να ξεκινήσει από τις παραγωγικές επιχειρήσεις, και να εγγυηθεί στο κάθε πολίτη όλοι θα έχουν τις ίσες ευκαιρίες.

Τώρα θα μιλήσουμε για την Ιταλική εμπειρία, αφού η εξέλιξη ως μείζον ζήτημα στην Ιταλία,

έχει ξεκινήσει εδώ και πολύ καιρό έναν ισχυρό διάλογο, όπως έχει αναφερθεί.

Από την πρώτη στιγμή, για να καταπολεμηθεί έχουν χρησιμοποιήσει φορολογικές ελαφρύνσεις οι επιχειρήσεις για να είναι νόμιμες στην εργασία αυτό δεν απέδωσε όσο θα έπρεπε γι αυτό έχουν προχωρήσει σ’ ένα άλλο σχέδιο εθνικό με τις περιφέρειες.

      Για να αντιμετωπισθεί αυτό, το 1998 ίδρυσαν μία επιτροπή ως Εθνική Επιτροπή για την απασχόληση και κατά της παράνομης απασχόλησης αυτό έγινε από το γραφείο του Πρωθυπουργού με σκοπό να κατανοήσει το πρόβλημα να το μελετήσει ώστε να δουν πια έκταση έχει πάρει και γι’ αυτό ίδρυσαν αμέσως τις περιφερειακές επιτροπές ώστε να έχουν τα στοιχεία που θέλουν για να λύσουν αυτό το πρόβλημα .

Με την επάνοδο του Μπερλουσκόνι στην κυβέρνηση αλλάζει η πολιτική με την έννοια της παράνομης απασχόλησης έτσι ώστε να καταπολεμήσει αυτού του είδους την εργασία και

γι’ αυτό έκανε τον Νόμο 383/2001 για να λύσει αυτού του είδους το πρόβλημα, που δεν ήταν μόνο οι φορολογικές ελαφρύνσεις αλλά και πιέσεις προς τις επιχειρήσεις.

     Τα αποτελέσματα αυτού του Νόμου ήταν πολύ λιγότερα απ’ αυτά που περιμένανε και έδειξε ότι δεν είναι τόσο εύκολο με Νόμους να καταπολεμήσεις στην Μεσογειακή περιοχή.

Γι ’αυτό ακριβώς τον λόγο οι Επιτροπές αυτές στην Ιταλική Επικράτεια και βασικά κατά Περιφέρειες να δώσουν την Παιδεία για να καταπολεμηθεί αυτό το φαινόμενο της παράνομης εργασίας. Έχοντας ως σκοπό να επιτευχθεί ανάπτυξη όχι μόνο τοπικά αλλά και πανευρωπαϊκά βασίζονται στο δίλογο ‘’ΚΑΤΑΠΟΛΕΜΗΣΗ&ΤΟΠΙΚΗ ΑΝΑΠΤΥΞΗ’’.

Συγκεντρωτικά συγκαταλέγεται στο output  μιας θεωρίας την οποία έχει δώσει πνοή ο καθηγητής Λούκα Μεντουλόζι που είναι ο Πρόεδρος της Εθνικής Επιτροπής για να αναπτυχθεί  η οικονομία πρέπει να υπάρχει πολιτική καινοτομία και παράλληλα Παιδεία έτσι ώστε να καταπολεμηθούν τα συγκεκριμένα προβλήματα εκτενέστερα. Βάση αυτής της θεωρίας θα πρέπει οι πολιτικοί να κατέβουν ένα επίπεδο πιο κάτω,

‘’Street level communard’’ δηλαδή να κατέβουνε στο δρόμο με γνώμονα την Παιδεία διότι συμπληρώνοντας η θεωρία των Νόμων δεν αρκεί.

     Τώρα θα σας αναφέρω για την τοπική εμπειρία για το θέμα της Καλαβρίας. Ο αγώνας που ξεκίνησε σ’ όλη την Καλαβρία το 1998 με βάση της προηγούμενης θεωρίας που σας ανέπτυξα, ξεκίνησε από την Καλαβρία παράλληλα με την μέθοδο, «παραδοσιακή» όπως λ.χ. το Ι.Κ.Α. για την ασφάλιση και την πληρωμή των εργαζομένων με βάση τον

Νόμο 383/1998 χρησιμοποίησαν καινούργιες καινοτομίες ώστε να επιτύχουν στους στόχους τους. Στην Ιταλία και την Καλαβρία η πολιτική κατά της «μαύρης εργασίας», και της παραοικονομίας ξεκίνησε πάρα πολύ δυναμικά.

Έφερε έναν περιφερειακό Νόμο 448/98 ο οποίος δημιούργησε ένα δίκτυο κατά της μη νόμιμης εργασίας. Πάνω σ’ αυτόν αναπτύχθηκε ένα όργανο που ονομάζεται ως εξής:

‘’ ΠΡΟΓΡΑΜΜΑ ΚΑΛΑΒΡΙΑΣ ΚΑΤΑ ΤΗΣ ΜΗ ΝΟΜΙΜΗΣ ΕΡΓΑΣΙΑΣ ‘’ αυτό το όργανο το λεγόμενο PEK έχει οργανωθεί βάση αυτά τα δεδομένα. Το PEK έχει ξεκινήσει συνεργασία με τους παραδοσιακούς φορείς, την δημιουργία κάποιων φορέων έτσι ώστε να καταπολεμήσουν άμεσα το πρόβλημα, και να βοηθήσουν τους φορείς που υπήρχαν να μπορούν να είναι αποτελεσματικότεροι κι έχει τους εξής στόχους:

1.    Διάδοση και επικοινωνία ώστε να διαδώσουμε την κουλτούρα της καταπολέμησης αυτού του φαινομένου.

2.    Η έρευνα και η ανάλυση των δεδομένων ώστε να ξέρουμε τις αιτίες ακριβώς και για ποιο λόγο εκδηλώνεται  αυτό το πρόβλημα.

3.    Οι Πολιτικές της ανάπτυξης ώστε να γίνουν με βάσεις τέτοιες να είναι εφικτές και αποτελεσματικές.

Η χρηματοδότηση αυτού του project έγινε από περιφερειακούς πόρους και από το Υπουργείο Εργασίας και από τα Πανεπιστήμια, και έχει κατοχυρωθεί από το Τοπικό&Περιφεριακό κεφάλαιο έτσι ώστε να είναι αποτελεσματικό. Γι’ αυτό και ανέπτυξε συνεργασίες και με την περιφέρεια και με τα CIACOCCA  INSTITUT όπου είναι ένα ινστιτούτο για την κατάρτιση Manager και ελεγκτών με σκοπό την ανάπτυξη αφού συνεργάζεται μ’ όλα τα τοπικά Πανεπιστήμια και περιμένει να έχει την βοήθεια από τις Επιχειρήσεις. Το PEK αυτό το πρόγραμμα, έχει βοηθήσει άμεσα την Καλαβρία αν και παλαιότερα αποτελούσε ένα από τα σημαντικότερα προβλήματα.

                     Στο σημείο αυτό θα ήθελε να αναπτύξει τις πολιτικές της Μεσογείου , και πιθανές συγκλείσεις μεταξύ Ιταλίας και Ελλάδος. Η δημιουργία της κοινής «οικίας» δηλαδή της Ε.Ε. πρέπει να είναι ισάξια ένας από τους βασικούς στόχους των ανδρών και των γυναικών, της γενιάς μας. Στην Ευρώπη, θα είναι  πιο έντονο και πιο δυναμικό όταν θα καταφέρει, να διατηρήσει τις ιδιαιτερότητες της κάθε περιοχής όχι μόνο του πολιτισμού αλλά και όλων των άλλων που βρίσκονται μέσα σ’ αυτές. Γι’ αυτό είναι πολύ σημαντικό να υπάρξουν συνεργασίες μεταξύ των χωρών που τις συνδέει η θάλασσα, και να φτάσουμε τελικά στις περιφέρειες της Ευρώπης.

Αυτός ο διάλογος που έχει γίνει είναι μία εμπειρία, την οποία θα ήθελα να αναφέρω τα γεγονότα που συμβαίνουν στην Ιταλία και πιο συγκεκριμένα στην Καλαβρία.

Για τα προβλήματα της απασχόλησης και ειδικά της μη νόμιμης εργασίας, με βάση όλων αυτών έχει τα εξής συμπεράσματα:

1.    Είναι η διαφοροποίηση της φορολογίας όπου έχει τεθεί ως πρόταση εκ μέρους των Επιχειρηματιών όπως για παράδειγμα στη χώρα μας είναι ο Σ.Ε.Β. Ώστε να υπάρχει διαφορετική αντιμετώπιση των Επιχειρήσεων στις Περιφέρειες του στόχου 1 ,

( διότι στην Ιταλία οι μισές περίπου υπάγονται στον στόχο 1, άλλες στον στόχο 2 κοκ)

έχει σκοπό να ελαφρύνει τις επιχειρήσεις και βασικά να μην υπάρχουν πολλοί φόροι στους μισθούς ειδικά στις νέες και μικρές επιχειρήσεις.

 Δηλαδή, σκέφτονται αν και αποτελεί και ως πολιτική της Ε.Ε. τα συμβόλαια να έχουν μηδενικό κόστος, και από φορολογική άποψη και ασφαλιστική, ώστε να δώσουν ζωή στις επιχειρήσεις υπάρχουν διάφορες επιχειρήσεις στην Ισπανία, στο Βέλγιο, στη Γερμανία, για να νομιμοποιήσουν την εργασία στην Ιταλία και συγκεκριμένα στο Δήμο Μοντάνα, στο σχέδιο του Μιλάνου, με σκοπό να βοηθήσει την Παιδεία και την ανάπτυξη πάνω σ’ αυτόν. Στο Νότο υπάρχει και στην Νάπολη, περιφέρειες της Καλαβρίας, Μπρούτζου, και Σικελίας.

Παράλληλα έχουν αναπτυχθεί πολλά με μεγάλη κατάρτιση σ’ αυτό το ζήτημα, με διάφορους οργανισμούς σ’ όλες τις επιχειρήσεις που μόλις ξεκινάνε να δημιουργηθεί καινούργια φιλοσοφία, και αυτό γίνεται με πολύ μικρές σχολές Επιχειρηματιών οι οποίες βρίσκονται στις 3 πιο Νότιες Περιφέρειες Καλαβρίας Καμπάνιας και Πούλιας σε συνδυασμό με μεταφορά ‘’No how’’  από την Αμερική.

Αυτό είχε αναφέρει κι ο Damatto Peccoto ένα σημαντικό πρόσωπο της Ιταλίας, ο οποίος έχει επιτελέσει και Περιφερειάρχης εκεί.

 

2.    Πρέπει να υπάρχει ένα Πανευρωπαϊκό Παρατηρητήριο για την παράνομη εργασία.

 

3.    Πρέπει να υπάρχει όλων των ιδιαιτεροτήτων της κάθε περιοχής. Διότι η Ε.Ε. είναι μία ένωση πολλών και διαφορετικών ιδιαιτεροτήτων, των περιοχών της.

 

4.    Ξεκινήσανε με βάση αυτό το συνέδριο μία καινούργια συνεργασία για το λόγο αυτό έχει έρθει κι η αρχιτέκτονας Goulia Arianni θα οργανώσει μία συνεργασία μεταξύ της Καλαβρίας και του Νομού Σερρών.